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100 percorsi a Centocelle

    Il contributo di psicologia alla costruzione di percorsi, eventi e format di intervento per quartieri e città

    Diverse sono le organizzazioni, le associazioni e i professionisti che a diverso titolo si occupano di territorio, di quartieri, di città e di periferie, come architetti, archeologi, urbanisti, storici, artisti, storici dell’arte, guide turistiche, fotografi, videomakers, antropologi e psicologi. Un punto su cui tutte queste diverse realtà in qualche modo convengono è che anche i contesti urbani e sociali apparentemente privi di risorse, sono in realtà ricchi di storia, paesaggi e prospettive culturali interessanti e che queste risorse se accuratamente viste, lavorate e riorganizzate possono essere messe al servizio dei cittadini.

    Tra i diversi format esistenti, come musei, centri culturali diffusi ed eventi di quartiere, un format che da diversi anni sta riscuotendo un discreto successo ad esempio nella città di Roma sono i “percorsi” all’interno dei quartieri, per valorizzare la street art, l’archeologia, la storia orale e le attività commerciali. Si propongono cioè come momenti in cui abitanti, famiglie e cittadini possano lasciarsi guidare da un professionista, per gettare uno sguardo divergente su di un pezzo di città che altrimenti si tende a dare per scontato.

    Se questo punto sembra essere chiaro a tutti quelli che lavorano in questo modo, meno chiaro è invece come tali percorsi possano portare ad un reale sviluppo di un territorio, come tali percorsi possano creare convivenza in una certa porzione di città, come questi percorsi possano divenire un servizio socioculturale duraturo, come trasformare la partecipazione in nella creazione di un tessuto sociale e di un senso di appartenenza.

    Come gruppo di psicologi associati che sta da tempo riflettendo su questo e su altri format di intervento, pensiamo che un evento culturale come quello di un percorso urbano possa rispondere alle questioni e alle esigenza di chi vive, studia e lavora in uno specifico territorio, purché si ragioni su:

    1. a chi si rivolgono i percorsi;
    2. come tali percorsi vengono utilmente calati in un dato contesto;
    3. come tali percorsi sono utili a trattare problematiche psicosociali specifiche e contestuali;
    4. come scegliere i punti di interesse da inserire in un dato percorso e perché;
    5. tenere a mente che i punti di interesse scelti sono luoghi di un’importanza simbolica e non solo artistica e culturale;
    6. l’utilità di pensarli anche come pretesti per l’incontro, la convivialità, la creazione di appartenenza e nuovi rapporti.

    Quali percorsi per quali problemi e il contributo della psicologia

    Ragionare su questi punti è molto complesso, motivo per cui il contributi di un’associazione di psicologi può essere un utile contributo.

    Un altro contribuito che Pomerium può dare è tenere a mente un possibile legame tra specifici problemi e il percorso che si intende costruire. E’ ad esempio rilevante tenere a mente se un dato percorso attraversa una zona urbana periferica o semiperiferica, se questa è caratterizzate da vissuti di marginalità e da problemi di convivenza, se si tratta di un contesto privo di centri culturali, oppure se piazze e spazi verdi sono prive di una progettualità a lungo termine, oppure se anziani, bambini e famiglie che vivono il territorio sentono di avere poche occasioni di incontro, socializzazione e scambio.

    Inoltre come psicologi interessati a sviluppare interventi in grado di produrre un alto impatto sociale che tenga insieme la dimensione della sostenibilità economica e di quella sociale, riteniamo utile individuare dei modi per coinvolgere nella costruzione e nell’organizzazione dei percorsi le attività produttive del territorio, i cittadini e le scuole. Su questi, ma anche su altri temi e altri format di intervento possiamo ragionare insieme.